24 settembre 2009

Ursini(Ugl), "più sicurezza per i medici di Guardia Medica"

''Ai medici di guardia medica bisogna assicurare migliori condizioni di sicurezza sia perché le sedi di alcune postazioni si trovano in zone ad alto rischio criminale, sia per il fatto che nel territorio dell'Azienda Sanitaria Provinciale risiedono molti cittadini extracomunitari che usano diverse sostanze alcoliche, quali birre, vini e vodka che, se assunte in grande quantità come spesso accade, inducono a commettere atti di gratuita violenza'.
E' quanto afferma Vincenzo Ursini, segretario provinciale e portavoce regionale del Comparto sanità dell'Ugl.
''Le aggressioni e le minacce subite negli ultimi due/tre anni dai medici di continuità assistenziale sono ormai diverse ed è giusto che l'Asp adotti adeguati provvedimenti a loro tutela. I medici sono quasi sempre donne neolaureate, al loro primo precario incarico, che con grande senso di responsabilità accettano di lavorare in ambienti quasi sempre a rischio'. ''Pur riconoscendo all'Azienda Sanitaria il merito di aver avviato per alcune strutture un'adeguata azione di riqualificazione, riteniamo necessario che il medico di guardia medica sia più tutelato, almeno sotto il profilo della sicurezza personale. E ciò può avvenire in due modi: installando in ogni postazione adeguati servizi di videosorveglianza collegati con le forze dell'ordine, oppure affiancando al medico almeno un infermiere'.
''In questi giorni, - continua il segretario provinciale dell'Ugl sanità - ho avuto modo di prendere contatti con alcuni giovani medici che spesso si trovano ad affrontare situazioni ad alto rischio per la gravità delle patologie di tanti pazienti che individuano nella Postazione territoriale il primo punto di pronto soccorso. Affiancare al medico una unità infermieristica potrebbe essere un modo nuovo di gestire la sanità territoriale, assicurando prestazioni notturne di primo livello, ma per fare ciò è necessario dotare le Postazioni di adeguati strumenti diagnostici (oftalmoscopio; saturimetro; test rapidi per markers cardiaci per fare diagnosi precoce di infarto; test per streptococco, influenza, mononucleosi ed esame urine)'.
''Ciò - continua il segretario provinciale dell'Ugl sanità - porterà ad una riduzione degli accessi al Pronto Soccorso, soprattutto se trattasi di ''codice bianco'. L'utilizzazione di unità infermieristiche potrebbe consentire anche di gestire al meglio le procedure assistenziali più complesse, non di competenza medica, quali ad esempio la installazione e rimozione di cateteri vescicali, i drenaggi e le fleboclisi'. ''Sarebbe inoltre utile prevedere - continua Ursini - un lettino attrezzato per permettere l'osservazione breve dei pazienti affetti da crisi ipertensive che necessitano di controlli dei valori pressori dopo 1-2 ore dalla somministrazione della terapia. I medici dovrebbero, altresì, avere la possibilità di richiedere esami diagnostici urgenti (rx torace, elettrocardiogramma, esami ematochimici di routine), mentre ai pazienti va data la possibilità di conoscere i turni del personale in servizio, affinché possano rivolgersi, in caso di necessità, sempre allo stesso sanitario'.
Infine, l'Ugl ritiene ''necessario assegnare ad ogni postazione un telefonino cellulare e un navigatore satellitare perché attualmente i medici, per le telefonate inerenti l'attività pubblica, sono costretti ad utilizzare il proprio telefonino'. ''Sono proposte - conclude Ursini - certamente nuove e, forse, non facilmente percorribili, ma siamo fermamente convinti che la sanità calabrese, per uscire dallo stallo di questi anni, abbia davvero bisogno di azioni innovative che possano influire positivamente sugli operatori che sono quotidianamente in ''prima linea' per ridare fiducia ai cittadini-utenti'.

11 settembre 2009

Guardia medica: Accordo Asl-Sindacati

SASSARI – E’ stato siglato nei giorni scorsi tra l’Azienda sanitaria locale di Sassari ed i sindacati dei medici di Guardia medica, il progetto della continuità assistenziale nelle ore diurne per il Pronto Soccorso di Sassari, per i punti di primo soccorso delle strutture di Ittiri e Thiesi e per il poliambulatorio di Porto Torres.

L’accordo, che avrà la durata di dodici mesi a decorrere dall’inizio di ottobre, coinvolge ventiquattro medici titolari di continuità assistenziale nell’ambito del territorio dell’Asl sassarese, per un incremento orario di dodici ore settimanali.

L’accordo, prevede che il medico di continuità assistenziale presti la propria attività professionale al Pronto Soccorso del presidio ospedaliero di Sassari, al poliambulatorio di Porto Torres e nei punti di primo soccorso di Ittiri e Thiesi. L’attività sarà esclusivamente ambulatoriale, con orario dalle ore 8 alle ore 20, mentre gli interventi domiciliari diurni resteranno sempre di competenza dei medici di assistenza primaria e dei pediatri di libera scelta. Nei presidi ospedalieri le attività saranno esclusivamente dedicate all’espletamento dei codici bianchi provenienti dai triage. Al fine di garantire l’erogazione della prestazione con garanzia di qualità il professionista di continuità assistenziale sarà coadiuvato da un infermiere professionale.

Gli obiettivi dichiarati che le parti vogliono raggiungere con l’accordo riguardano il miglioramento quali-quantitativo della risposta all’utenza, quindi il miglioramento del governo clinico. A questi, si aggiungono la volontà di facilitare l’accesso agli altri servizi, garantire maggior integrazione fra gli operatori dell’ambito territoriale, ancora migliorare l’integrazione e l’appropriatezza delle risposte e, infine, ridurre i tempi di attesa dei pazienti che, nelle strutture, si presentano al sistema del triage. La sigla dell’accordo, riapre i termini per la presentazione della domanda di disponibilità da parte dei medici di continuità assistenziale interessati a svolgere questo servizio.

9 settembre 2009

PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE L’ ACN.

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 208 dell’08-09-09 Suppl. Ordinario n.167, la "Intesa, ai sensi dell’Art. 5 dell’Accordo Stato Regioni, Rep. 1805 del 24 Luglio 2003, sull’Ipotesi di Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i Medici di Medicina Generale - quadriennio normativo 2006-2009, biennio economico 2006-2007".
Come già precedentemente chiarito, la validità dell’Accordo Collettivo Nazionale ha assunto piena efficacia già dal 29 Luglio 2009.
La pubblicazione sulla GU costituisce comunque utile strumento in quanto rappresenta atto informativo istituzionalmente NON discutibile né rimandabile da parte delle ASL ad ulteriori convalide per l’ attuazione dei contenuti dell’ACN.
L'Esecutivo Nazionale

8 settembre 2009

Parodi: «L'Enpam non sarà commissariato»

L’Enpam non corre alcun rischio di commissariamento. Lo scrive a chiare lettere il presidente della cassa di previdenza dei medici, Eolo Parodi, in un comunicato diffuso venerdì per smentire le notizie circolate nei giorni precedenti sulla stampa economica. Secondo alcuni articoli, infatti, il ministero del Lavoro avrebbe il mirino puntato su sette enti previdenziali delle professioni (medici, veterinari, avvocati, giornalisti eccetera), alle quali i tecnici del dicastero rimproverebbero il mancato raggiungimento della sostenibilità a 30 anni, requisito introdotto quasi tre anni fa dal comma 763 della legge 296/2006.
«L’allarme di un sistema previdenziale dei professionisti a rischio di commissariamento» è la risposta del presidente Parodi agli articoli di stampa «è del tutto infondato. Finora l’Enpam non solo ha rispettato tutte le regole concernenti la privatizzazione delle casse professionali, ma ha anche triplicato il valore del proprio patrimonio».
A dettagliare lo stato di salute dell’Enpam provvede anche Alberto Oliveti, componente dell’esecutivo Enpam con delega della presidenza per le questioni previdenziali e responsabile Fimmg per previdenza e assicurazioni: «Il piano d’interventi necessario a raggiungere la sostenibilità a 30 anni» spiega «è già pronto e a giorni verrà presentato al Ministero. Mancava soltanto l’ultimo tassello, ossia il rinnovo della Convenzione dei medici di famiglia, senza la quale il mosaico sarebbe stato incompleto». E per Oliveti il piano dovrebbe essere recepito dai tecnici del Lavoro senza obiezioni: «Siamo fiduciosi: giusto per citare il Fondo della Mg, già oggi tra riserve e rivalutazione del patrimonio immobiliare raggiungiamo tranquillamente i 24 anni di sostenibilità. Per arrivare a 30 andranno rivisti i rapporti tra contributi e prestazioni, ma il traguardo è dietro l’angolo e l’ipotesi del commissariamento è soltanto fantasia».

7 settembre 2009

Alle Molinette l´incentivo del sabato sera

Pochi medici disponibili, accordo su 480 euro per ogni turno di guardia. Le trattative accelerate anche dall´arrivo dell´influenza A. Il bonus riguarda tutti i reparti e vale 700mila euro l´anno.

Se lavori il sabato notte guadagni di più. All´ospedale Molinette di Torino, il più grande della città ma anche uno di quelli dove la popolazione sanitaria è più anziana, tutti i medici di guardia nel turno di notte, dalle 20 alle 8 del mattino, saranno incentivati con 480 euro lordi. L´accordo, su proposta dell´Anaao con l´appoggio delle altre organizzazioni sindacali dei medici, è pronto e sarà firmato già alla fine di questa settimana. Carenza di medici, invecchiamento della popolazione, mettiamoci anche l´influenza A in arrivo, che potrebbe portare ad un sovraccarico di lavoro per tutti, un´età media dei sanitari fra le più alte della Regione che rende più difficile avere la disponibilità di professionisti che hanno superato i 55-60 anni e che non sempre se la sentono di passare la notte in ospedale. Sono tante le ragioni che hanno portato ad un´accelerazione delle trattative negli ultimi mesi. Inevitabile quindi cercare soluzioni, peraltro previste dal contratto 2002-2005 che prevede fondi dedicati per retribuire il disagio dei medici nelle guardie notturne.

Si poteva incentivare il lavoro nelle zone più critiche, il pronto soccorso, le chirurgie, le medicine che negli ultimi tempi lavorano al limite della sostenibilità. La scelta delle Molinette è stata diversa, pagare 480 euro ai medici di tutti i reparti, quelli che sono disposti a rinunciare al fine settimana in famiglia o ad alterare i ritmi abituali nei giorni di festa passando la notte in corsia. «Abbiamo pensato che fosse il sistema più equo - spiega Gianluca Ruiu, rappresentante del sindacato Anaao alle Molinette - per compensare il disagio del lavoro notturno come prevede peraltro il piano sanitario regionale che insiste sulla continuità assistenziale». Il costo sarà di circa 600-700 mila euro all´anno, una cifra che sarà attinta dai finanziamenti arrivati dallo Stato per pagare le guardie a gettone e che finora alla Molinette non è mai stati utilizzata. Obiettivo delle organizzazioni sindacali, dice ancora Ruiu è quello di estendere in un secondo momento l´incentivo anche agli infermieri e agli altri operatori sanitari: «E´ auspicabile che in un futuro il vantaggio economico coinvolga tutti».


Altri ospedali hanno deciso strade alternative come un pagamento a forfait o il reclutamento di medici esterni, che come nel caso della psichiatria dell´azienda To1 arrivano da Napoli per poche ore di lavoro. All´ospedale di Ciriè tempo fa trovare medici disponibili a fare il turno di guardia era impresa davvero ardua. Risultato? Chi diceva sì alle guardie notturne portava a casa 600 euro lordi a turno. Al Cto si retribuiscono a gettone i medici disponibili nei settori più critici. «Se non sarà modificato l´accesso alla facoltà di medicina la situazione della sanità italiana e piemontese, dove nei prossimi anni i pensionamenti saranno moltissimi, si ribalterà in pochi anni - dice il segretario regionale dell´Anaao Gabriele Gallone - il gettone diventerà la norma e con il tempo il mercato lo faranno i medici, come avviene in Inghilterra, dove si strapagano professionisti stranieri disposti ad andare a lavorare in zone scoperte».