30 novembre 2009

Episodio violenza collega continuità assistenziale Foggia

TENTATA VIOLENZA,
Milillo: urge incontro con Ministro degli Interni

SCOTTI: BASTA CON QUESTA SITUAZIONE

FIMMG: ANCHE PER GUARDIE MEDICHE CURE integrate con i medici di famiglia

“Esprimo profonda solidarietà alla collega vittima del gravissimo episodio di violenza. Siamo di fronte ad un’altra aggressione e non possiamo che dire basta a questa situazione. Non si può mettere a rischio la vita degli operatori che dalle ore 20.00 vengono abbandonati in presidi troppo spesso isolati”. E’ quanto dichiara il Segretario Nazionale della Continuità Assistenziale della FIMMG, Silvestro Scotti, in merito alla aggressione finalizzata alla violenza sessuale subita stanotte da un medico di turno al servizio di guardia medica in provincia di Foggia.
“Chiederemo un incontro al ministro dell’Interno – dichiara Giacomo Milillo segretario nazionale della FIMMG - per valutare quali misure lo Stato intende intraprendere per tutelare le guardie mediche che esercitano un pubblico servizio. Invitiamo a riflettere sulle misure proposte dalla Fimmg per la sicurezza."
"Questa è una questione che non si risolve con le telecamere o con i telefonini che si collegano in rete", ha continuato Silvestro Scotti. I medici di guardia dovrebbero essere in grado di offrire cure integrate con i medici di famiglia curando solo i pazienti che conosconono attraverso un rapporto fiduciario allargato e non dovrebbero essere lasciati soli in presidi aperti al pubblico e molto spesso isolati. Non vogliamo più aggressioni, né morti”.

NUOVO EFFERATA VIOLENZA AI DANNI DI UN MEDICO DI GUARDIA : E LE STELLE E … LA A.S.L. STANNO A GUARDARE !


Federazione Italiana Medici di Medicina Generale
Settore Continuità Assistenziale
Sezione Provinciale di FOGGIA
Segretario : Dott. Pierluigi DE PAOLIS
Tel.: 0881 / 775907 – 339 / 8928585




In riferimento al gravissimo episodio di violenza brutale avvenuto ai danni di una collega del Servizio di Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) in una sede del Gargano nelle scorse ore, la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale della provincia di Foggia esprime i sentimenti più profondi di solidarietà e sostegno morale alla professionista ed alla professione duramente oltraggiate da un atto così vile, riservandosi ogni possibile azione legale in sede civile in favore della collega e di tutto il settore.

“Ormai sono trascorsi più di due anni da quando l’Azienda Sanitaria della Provincia di Foggia, dopo l’input dell’Assessorato Regionale alle Politiche della Salute, si assunse l’onere di provvedere a rendere più sicure ed agibili le sedi di Continuità Assistenziale della nostra provincia – ha dichiarato Pierluigi DE PAOLIS, Segretario Provinciale della F.I.M.M.G. – Settore Continuità Assistenziale – ma senza far seguire alle promesse i fatti.”

“Gli episodi di violenza, furto, incursioni notturne nelle sedi di Continuità Assistenziale si sono susseguiti negli ultimi anni (Stornarella, S. Agata di Puglia, S. Giovanni Rotondo, San Severo, ecc…) senza che l’Azienda provvedesse ad adottare le misure consigliate dopo la barbara uccisione della collega di Guardia Medica di Gagliano del Capo (Lecce) dall’Assessorato Regionale già dal 1999 – ha aggiunto DE PAOLIS – che costituiscono almeno valido deterrente per i malintenzionati. Mi riferisco all’opportunità di posizionare le sedi di Guardia Medica nei locali degli ospedali, in vicinanza di Caserme dei Carabinieri, di dotarle di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso, di porte con vetri anti-sfondamento, di installare sistemi di tele- allarme collegati con le locali Forze dell’Ordine, ecc….”

“Ho appena convocato d’urgenza il Consiglio Direttivo Provinciale – conclude il Dottor DE PAOLIS – per valutare con i colleghi la necessità di dichiarare lo stato di agitazione del settore, considerate anche le tante emergenze che lo affliggono nella realtà di Capitanata.”

Foggia, 30 Novembre 2009

Dott. Pierluigi DE PAOLIS
Segretario Provinciale
F.I.M.M.G. – Continuità Assistenziale
Sezione di FOGGIA

Aggressione collega Continuità Assistenziale Foggia


Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

della Provincia di Foggia

Dipartimento della Comunicazione

COMUNICATO STAMPA





“La misura è colma. Questa notte l’ennesimo atto di violenza nei confronti di una collega a lavoro in una sede di guardia medica”, ha dichiarato il Presidente dell’Ordine dei Medici dott. Salvatore Onorati.

“Da anni l’Ordine dei Medici sta ponendo il problema della continuità assistenziale al centro dei suoi interventi nei confronti delle autorità preposte alla garanzia della sicurezza delle sedi di guardia medica della provincia di Foggia”

“In uno degli ultimi comunicati stampa”, ha dichiarato ancora il presidente Onorati, “auspicammo di non doverci trovare a piangere il morto, prima di vedere affrontata e risolta la questione.”

“Tanti impegni sono stati presi in questi anni, ma ad ora non si sono ancora visti azioni consequenziali. Ancora molte sedi sono in condizioni di disagio estremo. Auspichiamo ancora un volta un rapido e risolutivo intervento della penosa situazione che mina, oltre all’incolumità, anche la dignità dei professionisti che operano di notte e nei pre-festivi e festivi a tutela della salute della nostra comunità”

“Alla collega aggredita con calci e pugni con una violenza tale da richiede un ricovero in ambiente ospedaliero va ovviamente la solidarietà di tutta la categoria e la rassicurazione che non sarà lasciata sola. Fin da ora “ha concluso il dottor Onorati” l’Ordine dei Medici annuncia che si costituirà parte civile nel processo contro l’aggressore, per la salvaguardia della dignità di un professionista che non può rischiare la vita per portare a casa uno stipendio”

CA all'interno delle carceri



Le Aziende iniziano a richiedere la CA all'interno delle carceri cooptando i medici che attualmente lavorano negli istituti penitenziari.
Aumenterebbero le dotazioni organiche delle guardie ma con l'estensione dell'assistenza nelle galere.

Che realtà esistono in Italia?




ACN VIGENTE
DICHIARAZIONE CONGIUNTA

Con il passaggio delle competenze gestionali ed organizzative dal Ministero della
Giustizia al SSN e quindi alle Regioni ed alle ASL, l’assistenza penitenziaria di base
è stata inserita nell’area della medicina generale erogata nel territorio. Le parti
prendono atto che le problematiche concernenti il rapporto di lavoro del personale
medico operante nelle strutture penitenziarie saranno affrontate nel corso della
trattativa che seguirà alla firma del presente ACN, introducendo un nuovo capo
dedicato alla medicina penitenziaria.



24 novembre 2009

Stagione influenzale 2009/2010 Sorveglianza epidemiologica



ITALIA: Settimana 2009 – 46 dal 9 al 15 novembre 2009


Regioni: Settimana 2009 – 46 dal 9 al 15 novembre 2009



A H1N1 - Il punto della situazione

Sono state vaccinate al 20 novembre circa 333.366 persone.

- Consegnate circa 750.000 dosi di vaccino nell’ultima settimana. In totale quasi 4 milioni le dosi di vaccino consegnate.

- Percentuale di vittime in rapporto al totale dei malati di nuova influenza A: 0,003 per cento.

- Totale vittime correlate alla nuova influenza A: 76.

- Casi che necessitano di assistenza respiratoria: 248.

- Percentuale dei casi che necessitano di assistenza respiratoria in rapporto al totale dei malati: 0,01.

Situazione in Italia

Totale vittime 76

Regione

Calabria 4

Campania 25

Emilia Romagna 7

Lazio 7

Liguria 1

Lombardia 7

Marche 1

Molise 3

Piemonte 4

Puglia 2

Sicilia 3

Toscana 3

Umbria 5

Veneto 3

P.A. Bolzano 1

Situazione europea (fonte ECDC)

Totale vittime 670

di cui

Gran Bretagna 216

Spagna 115

Francia 84

Situazione mondiale (fonte ECDC)

Totale vittime 7632

di cui:

Brasile 1368

Stati Uniti d’America 1123

Argentina 600


Aggiornato al 23 novembre 2009 - ore 17.00

Dati andamento influenza A h1n1: leggero decremento nell’ultimo fine settimana

Lecce (Salento) - Il gruppo di lavoro permanente, insediatosi presso la Direzione Generale della ASL Lecce e coordinato dal Direttore Sanitario Franco Sanapo, nel pomeriggio ha esaminato i nuovi dati provenienti dai diversi servizi dell’intero territorio provinciale e riferiti all’ultimo fine settimana. Si segnala un leggero decremento di richieste nei nove Pronto Soccorso degli ospedali dove il totale degli accessi di pazienti, tra sabato e domenica, è stato di 3620 con 713 casi sospetti diagnosticati.

I ricoveri rimangono comunque bassi con 12 nuovi soggetti inseriti. Ad oggi sono 5 i casi gravi ricoverati in Rianimazione: 4 presso il “V. Fazzi” di Lecce ed 1 presso l’Ospedale di Tricase. Il servizio di continuità assistenziale (Guardia Medica) ha registrato invece, tra sabato e domenica, 2425 richieste con 658 casi sospetti. Anche in questo caso si assiste ad un trend in leggero decremento rispetto al fine settimana precedente quando il numero degli accessi registrato è stato di 2615 e 824 casi sospetti diagnosticati.

Ancora in leggero decremento la campagna di vaccinazione con 455 vaccinati tra venerdì e sabato e 673 prenotati. Dall’inizio della campagna vaccinale i soggetti che hanno effettuato il vaccino in provincia di Lecce sono stati 6393 e di questi solo il 12% è personale sanitario. Un dato, quest’ultimo, che preoccupa il Direttore Sanitario, Franco Sanapo, il quale invita tutto il personale operante nei servizi sanitari a ricorrere al vaccino come senso di responsabilità verso se stessi e nei confronti degli stessi pazienti, ricordando che il vaccino contro l’Influenza AH1N1 è sicuro al pari di quello stagionale.

Guardie mediche, interrogazione del Prc sul ridimensionamento.

Nino De Gaetano: in provincia di Vibo Valentia vanno tutelati i diritti dei precari di lungo corso.

“Qualunque piano di ridimensionamento delle postazioni di continuità assistenziale deve tenere necessariamente conto dei diritti maturati dai medici precari che da anni garantiscono un servizio fondamentale sul territorio. Situazioni come quelle presenti in provincia di Vibo Valentia richiedono da parte delle istituzioni regionali la giusta considerazione, anche in una fase così delicata per la sanità calabrese come quella attuale”. Lo dichiara il capogruppo di Rifondazione comunista in Consiglio regionale, Nino De Gaetano, annunciando un’interrogazione del Prc sul tema delle guardie mediche del Vibonese. “Il servizio di continuità assistenziale nella provincia di Vibo Valentia – dichiara De Gaetano – è stato sempre organizzato e gestito puntando sui lavoratori precari. Nel 2005, per esempio, sono state messe a bando per l’assegnazione di incarichi a tempo indeterminato 22 zone carenti senza che vi sia stato, finora, alcun conferimento: nei fatti il servizio è stato garantito da lavoratori a tempo determinato che in modo continuo hanno ricoperto le postazioni di continuità assistenziale. Precari nella forma, insomma, ma non nella sostanza.

Oggi, alla luce degli interventi di riordino del servizio, si rischia di aggiungere anche la beffa al danno che questi lavoratori hanno già subito sul piano dei loro diritti: con il ridimensionamento delle postazioni di guardia medica, infatti, oltre trenta precari “storici”, tutti ultraquarantenni, potrebbero ritrovarsi in mezzo ad una strada. Chiediamo per questo alla Regione Calabria di attivarsi per la salvaguardia di questi posti di lavoro, nella convinzione che ogni soluzione di riordino debba tenere innanzitutto conto della collocazione di medici che vanno considerati a tutti gli effetti personale in servizio”.

15 novembre 2009

AH1N1: email all'Unità di Crisi della Regione Veneto

Egregi Colleghi,
in virtù delle riunioni rregionali dove si è discusso a lungo sulle strategie da adottare
onde evitare il collasso delle strutture, a seguito della crescente domanda di salute da parte dei cittadini, in occasione dell'avvento del virus di cui in oggetto volevo comunicarvi quanto segue:

più di qualche Azienda Sanitaria del Veneto (me ne vengono in mente almeno 7) propone o impone:
  • potenziare i servizi di Continuità Assistenziale con personale già in organico (con conseguente aumento del carico di lavoro per singolo medico specialmente nei ponti festivi);
  • scorporare unità in servizio attivo presso le sedi territoriali per spostarle all'interno dei pronto soccorso per arginare l'aumento dei codici bianchi (difatto indebolendo il punto territoriale già oberato di lavoro: es Mestre 100 chiamate in 12 ore)
  • ignorando il suggerimento di apertura degli ambulatori territoriali per pemettere l'assistenza medica ad un maggior numero di utenti.

Questo, in sintesi, l'atteggiamento politico regionale.

Ora mi chiedo se i discorsi fatti e le criticità rilevate, limitatamente al settore che rappresento, in sede di riunione regionale abbia avuto utilità alcuna.

Un cordiale saluto

Luigi Faggian
Segretario Regionale FIMMG CA Veneto

12 novembre 2009

Atti accordo Campania partecipazione Medici in Formazione Call Center pandemia





Pubblico con piacere gli atti definiti in Regione Campania per la Partecipazione dei Medici in Formazione Specifica in Medicina Generale alle attività di risposta nell'ambito del call center regionale per le informazioni sulla pandemia. Si tratta di un primo passo nella direzione del coinvolgimento professionale e produttivo per le Cure Primarie che coinvolge i Medici in Formazione. Lo scopo principale di questo direzionamento sindacale è quello di un sempre maggiore coinvolgimento in attività proprie della Medicina Generale dei Medici in Formazione allo scopo di migliorarne le condizioni economiche con integrazioni definibili contrattualmente alla borsa di studio che percepiscono. Rimane evidente che si vuole creare un percorso che sviluppi una contrattualità per tali medici che li coinvolga in una formazione-lavoro più propria e più consona a dei colleghi che hanno tutto il diritto di esercitare professione mentre si formano e quindi di essere produttivi e che questa produttività abbia un riconoscimento economico. La partita che si gioca con i medici in formazione è strategica per il settore Continuità Assistenziale soprattutto alla luce delle carenze croniche di personale che vedono soprattutto coinvolte le regioni del Nord, infatti il coinvolgimento di tali colleghi in maniera prioritaria e esclusiva sul piano contrattuale nelle attività di Continuità Assistenziale, ove ovviamente non ci siano medici in graduatoria disponibili, può rappresentare il futuro ed il presente dell'attività di continuità assistenziale: futuro poichè i colleghi passerebbero dalla formazione al lavoro di guardia con una continuità che li vedrebbe protagonisti già nelle fasi di formazione, presente poichè qualificherebbe i medici in servizio di Continuità assistenziale come tutor verso i colleghi che nel futuro li affiancheranno.
Silvestro Scotti

5 novembre 2009

Adnkronos Salute: INFLUENZA A: OPUSCOLO FIMMG A MEDICI CONTINUITA' ASSISTENZIALE

INFLUENZA A: OPUSCOLO FIMMG A MEDICI CONTINUITA' ASSISTENZIALE, SI PARTE DA CAMPANIA =PRIME COPIE REGALATE A FAZIO OGGI A NAPOLIMilano, 5 nov. (Adnkronos Salute) - Parte dalla Campania la distribuzione del vademecum dei medici di famiglia Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) per la gestione dell'influenza da virus A/H1N1. L'opuscolo sarà consegnato nei prossimi giorni a tutti i presidi di continuità assistenziale (ex guardia medica) della Penisola, riferisce una nota del sindacato. Le prime copie sono state regalate questa mattina da Silvestro Scotti, segretario nazionale del settore Continuità assistenziale della Fimmg, al viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, al direttore generale del ministero della Salute Filippo Palumbo e all'assessore alla Sanità campana Mario Santangelo, a Napoli per un incontro con le rappresentanze della medicina generale. "Abbiamo ravvisato con soddisfazione - sottolinea Scotti - il sincero apprezzamento del viceministro Fazio rispetto alla capacità propositiva e alla disponibilità della Fimmg ad azioni collaborative che, partendo da progetti di questo tipo, permettono alla medicina generale di rendere sempre più visibile il proprio ruolo nell'ambito del sistema assistenziale italiano". (Com-Opa/Adnkronos Salute) 05-NOV-09 18:15

Il virus fa paura, in 6 ore oltre 100 telefonate al numero verde del Lazio

ROMA (4 novembre) - L’influenza A fa paura e in sei ore, oggi pomeriggio, al numero verde istituito dalla Regione Lazio (800.118.800) sono arrivate poco più di 100 telefonate, 107 per la precisione. Per capire quanto sta montando l’apprensione, basta considerare che dalle 14 alle 20 di oggi hanno telefonato più del doppio delle persone che lo scorso anno si rivolgevano a un servizio analogo per chiedere informazioni sui virus stagionali. Con la differenza che il nuovo numero verde è stato pubblicizzato per poche ore solo on line mentre il recapito dello scorso inverno aveva avuto già un lungo rodaggio su numerosi mass media ed era stato pubblicizzato anche attraverso la Protezione civile.

Questa volta la centrale di ascolto è stata organizzata dall’Ares, l’Agenzia regionale del Lazio per l’emergenza sanitaria, è utilizza solo medici della continuità assistenziale (guardia medica) particolarmente addestrati sui temi del virus H1N1. Oltre cento telefonate non solo dal Lazio (in particolare da Roma) ma anche una decina di chiamate dalla valle d’Aosta, Toscana, Puglia e Lombardia. Gli interlocutori hanno ammesso di aver saputo del numero verde attraverso internet, hanno chiesto informazioni e sono stati invitati a seguire le indicazioni delle proprie Asl per i programmi di vaccinazione.

Il resto delle telefonate sono state fatte quasi tutte da mamme preoccupate, qualcuna eccessivamente apprensiva, alle prese con un figlio con la febbre. Le domande sono state più o meno sempre le stesse: informazioni sui vaccini, sul comportamento da tenere quando nella classe dei figli c’erano molti bambini ammalati, sintomi e contagiosità, categorie a rischio espresse nell’ordinanza ministeriale.

Per ricevere tutte le informazioni necessarie sull’influenza A, per informarsi sui comportamenti da tenere in caso di malattia e per prevenire la diffusione del virus è, è attivo il numero verde gratuito del Servizio Sanitario Regionale (800 118 800). Il numero è attivo tutti i giorni, compresi i festivi, dalle 8 alle 20. Se gli operatori lo reputeranno necessario, faranno da ponte mettendo in contatto i cittadini con il Dipartimento di Sanità Pubblica della Asl di residenza. Per informazioni è possibile anche consultare la sezione “Informazioni sull’influenza A” che si trova sull’home page del sito regionale www.regione.lazio.it.

PrAssIs Aliquota modulare su base volontaria - Art. 60 dell'ACN


In data 29 luglio 2009 è diventato esecutivo il rinnovo dell'Accordo Collettivo Nazionale della Medicina Generale, che con l'ART.60 dell'ACN, ha introdotto anche l'istituto della aliquota modulare su base volontaria.

Il Medico, presentando domanda entro il 31 gennaio di ogni anno, potrà esercitare la facoltà di elevare la quota contributiva a proprio carico dall'1% al 5%.

Sarà compito della ASL, recepita la richiesta del Medico, versare all'ENPAM la quota contributiva aggiuntiva; per cui per gli anni 2010 e successivi il meccanismo prelievo-versamento non presenterà difficoltà.

Con il decreto legislativo n.47 del 18 febbraio 2000 che prende in esame il trattamento fiscale delle varie forme di previdenza integrativa, i versamenti facoltativi alle gestioni pensionistiche obbligatorie sono INTEGRALMENTE deducibili dal reddito imponibile e non vi è alcun divieto di cumulo, per la deducibilità fiscale, tra questi versamenti ed i contributi versati alle forme previdenziali complementari.

Alcune informazioni pratiche sulla presentazione del modulo dell’aliquota modulare:

  1. La richiesta della contribuzione aggiuntiva può essere effettuata solo una volta l’anno entro il 31 gennaio.
  2. La richiesta deve essere inviata a tutte le ASL, se diverse, con le quali il medico ha in atto un rapporto convenzionale come Medico di Medicina Generale – Assistenza Primaria – Continuità Assistenziale (ex Guardia Medica) – Emergenza Sanitaria Territoriale (ex 118).
  3. In assenza di comunicazioni di variazioni, da effettuarsi entro entro il 31 gennaio, l’aliquota resta confermata anche per gli anni successivi.
  4. Tutte le comunicazioni inviate alle ASL di competenza è consigliabile inviarle in copia alla FONDAZIONE E.N.P.A.M. – SERVIZIO CONTRIBUTI UFFICIO RISCOSSIONE FONDI SPECIALI – VIA TORINO 38, 00184 ROMA - allegando la ricevuta della Raccomandata di invio alla ASL, se consegnata a mano il numero di protocollo di registrazione.

Brunetta torna all'attacco: certificazione di malattia on line da metà novembre

C'è sconcerto tra i medici di famiglia per la norma che dal 15 novembre li obbligherà a spedire per via telematica all'Inps i certificati di malattia dei lavoratori del comparto pubblico. Così prevederebbe il decreto legislativo 150/2009, varato dal Governo in attuazione della Legge 15/2009 e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 31 ottobre scorso: in sostanza si tratta di un altro capitolo della guerra proclamata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, contro fannulloni e assenteisti. Una guerra che rischia di fare dei medici di famiglia delle "vittime collaterali": i medici che dalla metà del mese non trasmetteranno via Internet i certificati di malattia, rischiano infatti sanzioni fino alla perdita del rapporto convenzionale. Alla stampa, tra l'altro, il Ministro ha già detto che la data del 15 novembre non sarà soltanto indicativa, anche se andrà considerato un periodo di "transizione" nel quale carta e invio telematico dovranno convivere.

Troppo poco per fugare inquietudini e perplessità dei medici di famiglia: «Ci sono diversi interrogativi che vorremmo rivolgere al ministro Brunetta» attacca il presidente dello Snami, Mauro Martini «per esempio con quale applicativo andranno spediti i certificati? Brunetta ha accennato alla Pec (Posta elettronica certificata, ndr) ma ho seri dubbi sulla fattibilità della cosa. E poi, quale comportamento andrà tenuto rispetto ai dati sensibili della certificazione? Che cosa accadrà alla copia cartacea del certificato che il lavoratore deve consegnare al datore? Ancora una volta ci troviamo di fronte a un decisionismo senza concertazione che ci spiazza». Dello stesso tenore i commenti da Fimmg: «A oggi il decreto è semplicemente inattuabile» commenta il segretario nazionale della Federazione, Giacomo Milillo «e in più è sgradito nella parte in cui minaccia sanzioni senza avere prima avviato un confrnoto con le categorie interessate. L'impressione è di essere davanti a un legislatore un po' confuso».

Commenti positivi arrivano invece dal settore medicina fiscale Inps della Fimmg, anche se soltanto su quella parte del decreto che allarga a sette ore la fascia di reperibilità dei lavoratori pubblici in malattia: «Il provvedimento agevola il nostro lavoro e facilita i controlli» spiega Alfredo Petrone, responsabile del settore «ma condividiamo le perplessità dei medici di famiglia per quanto concerne l'invio telematico dei certificati». Resta invece la speranza che la riforma Brunetta porti all'unificazione dei medici del settore fiscale, oggi divisi tra Inps e Asl: «La 15/2009 ha avviato la semplificazione della disciplina inerente le certificazioni di malattia: in sostanza, l'Inps diventerà il collettore di tutti i certificati, del settore pubblico e privato, che verranno redatti su un unico modulo e non più su ricettario bianco come oggi avviene per i dipendenti pubblici. Potrebbe essere un passo verso quello che consideriamo il nostro obiettivo più importante».

3 novembre 2009

I medici di base scendono in trincea "Visite alle stelle, è l'effetto pandemia"

Contro la psicosi in Lombardia vademecum per identificare il virus
L'assalto nelle Asl e Guardie mediche: in ambulatorio visite in crescita del 20 per cento


Starnuti. Tosse. Occhi rossi. Decine di bambini coperti all'inverosimile. Chi ha la febbre. Chi la mascherina che copre il naso e la bocca. I genitori hanno l'ansia disegnata in faccia e i gel igienizzanti nella borsa. Ognuno cataloga ossessivamente i sintomi dei figli. Pomeriggio nell'ambulatorio pediatrico di una popolosissima Asl romana. I riscaldamenti sono al massimo, i ragazzini sudano e la minuscola sala d'aspetto si trasforma in breve in una "serra" ad alto tasso di virus e contagi. Le domande girano, la paura è palpabile. "Il vaccino è sicuro? Può creare danni neurologici? E se un bambino è allergico? Possiamo mandarli a nuoto?".

L'ambulatorio è un concerto di colpi di tosse e soffiate di naso. Così finisce che le mamme spalancano le porte e i bambini si disperdono, ben contenti, tra scale e pianerottoli in attesa del loro turno. Dalle tasche escono macchinette, pupazzi, giochi. Saltano sciarpe e cappelli. Avanti il prossimo. Alle nove di sera, disfatta, la pediatra, Annalisa Felici, 25 anni di esperienza alle spalle, fa il bilancio: "Dalle 10 del mattino ho visitato trenta bambini, di cui 4 neonati. In almeno tre casi, quelli con la temperatura più alta, credo che i sintomi fossero quelli dell'influenza A. Ma senza alcuna complicazione. Per gli altri semplici febbri e raffreddamenti. Soltanto per una bambina di 4 anni, con una lieve malformazione cardiaca, ho chiesto che venissero fatti subito maggiori accertamenti in ospedale. I genitori mi hanno chiamato poco fa dicendomi che la piccola è stata ricoverata e che sarà vaccinata in tempi brevi... ".

Cronaca dei primi giorni di pandemia annunciata, con la paura che sale e le famiglie che si sentono smarrite, mentre gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri si trasformano in fortini assediati, e a nulla valgono le raccomandazioni, "telefonate, prendete appuntamento, non vi affollate...". Ai primi sintomi di febbre la corsa è qui, nei presidi di quartiere, "dottore mi senta i polmoni", "ho mal di gola, devo fare il tampone?", "me lo farà lei il vaccino", "mio figlio respira male, ha l'influenza A?". Da tutti la richiesta pressante: "Vogliamo il vaccino", anche se proprio ieri Pasquale Di Pietro, presidente della Società Italiana di Pediatria, ha ribadito che "non c'è alcuna esigenza perché i bambini sani vengano vaccinati, ma è urgente invece che vengano rapidamente vaccinati i bambini e gli adolescenti che rientrano nelle categorie a rischio".

Una tensione che cresce, che rasenta la psicosi collettiva, soprattutto dopo le prime notizie dei bimbi che non ce l'hanno fatta, mentre l'influenza stagionale confonde i sintomi e le idee. "Abbiamo avuto un aumento del carico di lavoro in ambulatorio di oltre il 20% e di quello telefonico del 40% - spiega Fiorenzo Corti, portavoce della Federazione italiana medici di famiglia - nel giro di due settimane il numero dei pazienti dei nostri studi in tutta Italia è passato dai due milioni dei "giorni normali", ai tre milioni di queste settimane. E il nostro ruolo è davvero delicato, ormai alla prima comparsa della febbre i pazienti telefonano o si precipitano nello studio, tutti vogliono sapere se sono categorie a rischio". E il panico cresce ancor di più se è sabato, se l'ambulatorio del medico di famiglia è chiuso, e magari è notte.

Così la nuova trincea diventa quella della Guardia Medica, come racconta Tommasa Maio, segretario del settore Continuità Assistenziale della Lombardia. "Da tre settimane siamo sotto assedio, riceviamo centinaia di chiamate ogni notte, la gente ha veramente paura, è confusa. Tanto che proprio per poter offrire un servizio migliore abbiamo preparato un manuale, un vademecum da distribuire in tutti i presidi di Guardia Medica, in continuità appunto con il lavoro che fanno i medici di famiglia. Un manuale che contiene la precisa descrizione dei sintomi dell'influenza A, dei criteri di ospedalizzazione, per poter fin da subito fare uno screening dei casi. Perché il nostro lavoro è quello di individuare e di garantire le priorità, le situazioni più urgenti, quelle più a rischio, soprattutto in questi giorni in cui la gente è disorientata, ha paura". Con calma e pazienza, i medici dei centri vaccinazioni delle aziende sanitarie locali rassicurano gli anziani, che alla spicciolata si affacciano e chiedono notizie. Cercando, anche, di stemperare l'angoscia. "Il vaccino arriva, ce ne sarà per tutti. Ma per adesso tocca a chi ha più malanni. Lei ha 70 anni e sta bene? E non è contento? Aspetti che verrà il suo turno, per adesso si riguardi... ".

Consulto telefonico da censurare


A completamento della notizia precedente pubblico la copia della pagina de "Il Giorno", "Il resto del Carlino" e "La Nazione" che oggi hanno pubblicato la mia risposta all'articolo dell'Avv. Mantovani, è evidente che il ritardo era riferibile alla possibilità data all'AVV. Mantovani di replicare. Appare evidente che l'avvocato esperto di diritto sanitario rivede il tiro rispetto alla comunicazione precedente anche se ancora una volta sbaglia nel determinismo temporale in quanto attualizza il risultato della sentenza di condanna citata e pubblicata nel precedente post, omettendo che in quel caso l'omissione di atti d'ufficio è riferibile ai compiti del medico di C.A. previsti dal D.P.R. 270/2000 e non ai compiti attuali che non prevedono la visita su richiesta. Ritengo comunque che ci si possa considerare soddisfatti soprattutto se si analizza che un giudice di Cassazione penale nel caso in specie ha giustificato le procedure previste dall'attuale contratto anche se ha condannato la collega sulla base del riferimento contrattuale vigente all'epoca dei fatti (tempus regit acta).
Silvestro Scotti

1 novembre 2009

Consulto telefonico come strumento della Continuità Assistenziale

Nei giorni scorsi il Segretario Regionale del Lazio FIMMG C.A. dott. Aldo Sotira mi forniva copia dell'articolo comparso su alcuni quotidiani nazionali tra cui "Il Giorno" circa il fatto che il consulto telefonico sia sempre da censurare (allegato). Il sottoscritto quale Segretario Nazionale della FIMMG Continuità Assistenziale ha scritto una lettera di risposta che dovrebbe essere in via di pubblicazione e i cui contenuti alla luce anche di una ultimissima sentenza (che vi allego con evidenza) tendono a chiarire come il consulto telefonico sia uno degli strumenti dell'attività di Continuità Assistenziale. Vi allego pertanto copia della risposta all'articolo allo scopo di essere chiari su quali siano le possibilità di azione assistenziale in nostro possesso, non perchè definiti da noi, ma perchè definite sul piano giudiziario come parti integranti di Sentenze circa l'attività che tutti noi svolgiamo.
Silvestro Scotti































Napoli: influenza A, muore una bambina

La piccola aveva 11 anni. Tre casi gravi a Fidenza, Firenze e Monza


MILANO - L'influenza A continua a mietere vittime anche in Italia. Una bambina di 11 anni è morta venerdì pomeriggio all'ospedale «Santobono» di Napoli. La notizia è stata comunicata solo sabato da fonti dell'assessorato alla Sanità della Regione Campania. Era ricoverata da alcuni giorni ed era risultata affetta dall'influenza A. Dal mese di settembre è la sesta vittima a Napoli, la dodicesima in Italia ed è la prima vittima fra i bambini.

LA VICENDA - Le condizioni di E.D., la bambina di 11 anni affetta da influenza A, si sono aggravate con estrema rapidità. La piccola ha avvertito febbre e spossatezza mercoledì scorso: i genitori hanno chiamato il pediatra, che ha prescritto una cura tradizionale, ma l'acuirsi dei sintomi - astenia, vomito e febbre sempre più alta - hanno portato al ricovero nell'ospedale di Scafati all'alba di giovedì. Venerdì la bambina è stata trasferita al Santobono, in condizioni già critiche: durante il viaggio da Scafati a Napoli il medico di servizio in ambulanza ha dovuto effettuare manovre rianimatorie. Quaranta minuti dopo il ricovero nell'ospedale pediatrico del capoluogo campano la bimba è morta. I sintomi accusati prima della morte hanno fanno sospettare ai medici un caso di influenza A, poi confermato dal responso del tampone. Ora - spiega il direttore sanitario del Santobono, Enrico De Campora - gli anatomo-patologi dell'università Federico II, dove è stata trasportata la salma della piccola vittima, eseguiranno un riscontro diagnostico mirato per accertare le cause della morte.