29 marzo 2010

Aggressione a Roma alla guardia medica

Roma. Il servizio di Continuità Assistenziale (ex guardia medica), “registra” un ennesimo episodio di aggressione. E’ accaduto intorno alle 16 a Roma, nella postazione di via delle Pispole (Tor Bella Monaca) dove, Flora G., dottoressa di turno nella sede romana, si è dovuta barricare in una stanza della struttura sanitaria, per difendersi dalle minacce di morte da parte di un malvivente che ha fatto irruzione nella postazione. Tutto è iniziato telefonicamente. L’uomo, infatti, ha contattato in primis il servizio di Continuità Assistenziale che, com’è noto, viene filtrato dalla Centrale di Ascolto. E, proprio da un operatore della Centrale di Ascolto, Flora G. ha ricevuto la segnalazione della chiamata del paziente, che necessitava della prescrizione di un antibiotico. Come da prassi, la dottoressa ha quindi richiamato l’uomo, spiegandogli che avrebbe dovuto recarsi in ambulatorio per ritirare la ricetta medica. Un servizio che, invece, l’utente pretendeva direttamente a domicilio. Così, quando si è sentito negare la possibilità di ottenere la prescrizione direttamente a casa, è andato su tutte le furie, iniziando ad inveire contro la professionista. Una rabbia che, di lì a poco, lo ha spinto a recarsi direttamente nella postazione di Continuità Assistenziale dove, un collega di Flora G., di fronte al perpetrarsi delle minacce, ha cercato di tutelare l’incolumità della donna, impedendo all’aggressore di entrare nella struttura. Ma, vedendosi negare l’accesso, l’uomo ha finto un malore, inscenando uno svenimento. I medici sono quindi intervenuti, cercando di soccorrerlo, ma dandogli anche la possibilità di accedere nei locali. Una volta dentro, il malvivente si è scagliato nuovamente contro la dottoressa che è riuscita a rifugiarsi in una stanza della struttura, bloccando ulteriormente la porta con il peso di alcuni mobili. Solo allora Flora G. ha potuto chiamare i carabinieri, che sono intervenuti sul posto. La dottoressa è stata portata in ospedale per accertamenti e in stato di shock.
“Siamo arrabbiati e sconcertai di fronte all’ennesimo episodio di aggressione nei confronti dei medici di continuità assistenziale – dichiara Pina Onotri, segretario organizzativo del Sindacato dei Medici Italiani del Lazio (SMI) – E, in particolare, ai danni della collega, che non è nuova a questo tipo di esperienza, in quanto lavora in una delle zone più disagiate della Capitale.Con rammarico bisogna sottolineare che, nonostante lo Smi-Lazio abbia presentato un protocollo sulla sicurezza delle Guardie Mediche all’Assessorato delle Pari Opportunità del Comune di Roma, offrendo la più totale collaborazione, lo stesso documento è rimasto ‘lettera morta’.Dobbiamo aspettare il prossimo stupro o il prossimo omicidio affinchè qualcosa venga fatto?

18 marzo 2010

STOP all'anonimato

Reputo l'anonimato una forma di vigliaccheria. Esprimere giudizi, positivi e/o negativi senza firmarsi equivale, per me, a non volere sostenere la propria idea.

E siccome le persone che non hanno coraggio delle proprie azioni o idee non le reputo degne di nota da oggi impedisco, essendo il BLOG una mia proprietà, loro di potersi esprimere.

Sempre da oggi tutti possono leggere i post ma chi vuole commentarli dovrà essere registrato e firmarsi.

Decisione poco democratica? All'inizio chiesi correttezza anche tra i commentatori.
E' evidente che tale fiducia non andava riposta.

Un caro saluto
gg

ACCESSO LIBERO IN GUARDIA MEDICA: SI CHIUDE

SANITA': DOTTORESSA STUPRATA A GUARDIA MEDICA, FIMMG MINACCIA STOP AMBULATORI. SCOTTI, SIAMO LASCIATI SOLI ANCHE DALLA GENTE, 17 AGGRESSIONI IN DUE ANNI
Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - "Siamo arrabbiati. I medici di guardia medica sono lasciati soli, senza nessuna sicurezza: in due anni si sono verificate 17 aggressioni, 12 solo nel 2009, raddoppiando in un solo anno". E' furioso Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg-continuità assistenziale, dopo l'ennesima aggressione, questa notte a Scicli in provincia di Ragusa, dove una dottoressa di 53 anni, alle 3 di notte, durante il turno di guardia medica, è stata violentata e picchiata a sangue. E ora è ricoverata in ospedale per la frattura di una gamba. I 4 mila medici di continuità assistenziale "lavorano in condizioni assurde, fornendo un servizio ai cittadini per il quale dovremmo avere una medaglia al valore civile e non alla memoria", dice Scotti all'ADNKRONOS SALUTE, ricordando che si sono contati anche dei morti negli ultimi anni, come Roberta Zedda uccisa nel 2003 in Sardegna e prima, in Puglia, Maria Montemuduro nel 1999. "Siamo lasciati soli. Purtroppo - lamenta - anche dalla gente che dovrebbe aiutarci a difendere questo servizio", aggiunge il sindacalista che chiede alle istituzioni una maggiore attenzione. "Se non ci saranno garanzie in questo senso - minaccia - saremmo costretti a chiedere ai medici di guardia di fare solo visite domiciliari, senza ambulatorio". Le aggressioni, spiega Scotti, non avvengono mai a casa dei pazienti, ma sempre negli ambulatori, collocati spesso in zone isolate e insicure. "E chiederemo agli amministrazioni locali l'applicazione della legge 81 sulla sicurezza del lavoro: vogliamo sapere chiaramente chi è il responsabile della nostra sicurezza". Il servizio di continuità assistenziale, riferisce Scotti, "sta diventando sempre più 'al femminile'. E sono proprio le donne a rischiare di più". Scotti si appella al ministro della Salute, Ferruccio Fazio, e al ministro degli Interni Roberto Maroni, ma anche alla popolazione. "Dobbiamo spiegare alla gente che il servizio di continuità assistenziale è un patrimonio di cui dispone. Ma che può perdere perché i camici bianchi saranno sempre meno motivati, per un guadagno di 23 euro l'ora, ad andare a rischiare la vita. In un Paese civile la sicurezza dei medici di guardia deve essere anche interesse della popolazione, non solo delle forze di polizia". Ci vuole, inoltre, anche "una presa di coscienza degli amministratori delle aziende e dei Comuni che devono prevedere la collocazioni delle sedi in posti che garantiscano la sicurezza dei medici che vanno in ambulatorio per assistere la popolazione. Purtroppo però, ancora oggi vediamo titoloni sui giornali quando un collega non risponde ad una chiamata notturna. Mentre si ignora il lavoro degli altri 3.999 che rischiano ogni notte di essere aggrediti", conclude Scotti

14 marzo 2010

Firmato Nuovo ACN

Senza grossi proclami è stato firmato il nuovo ACN per la Medicina Generale valevole per il biennio 2008-2009. Si tratta del recupero economico dello 0,4% per il 2008, del 2,8% per il 2009 e del 3,2% dal 1 gennaio 2010. Per la Continuità Assistenziale nulla o quasi nel normativo, sottolineata e chiarita l'incompatibilità che esclude i pediatri dalla compatibilità con la Continuità Assistenziale, norma che a mio avviso sottolinea la specificità della nostra attività nell'ambito della fascia oraria di competenza. Si ripercuote sulle quote orarie per la prima volta il sistema della divisione del finanziamento con una quota il 2% a livello nazionale e una quota il 1,2% a livello regionale ma con norme di garanzia che in caso di non firma dell'accordo determinano una perdita di soli 2 centesimi di euro l'ora. Tale particolare rende l'idea della stupidità della parte pubblica che con meccanismi di questo tipo di fatto in assenza di finanziamenti regionali ulteriori lega la determinazione di accordi regionali legati a questa quota al solo valore della penale, e per inciso il sottoscritto firmerebbe a livello regionale per 2 cent/ora un accordo per accendere e spegnere la luce del presidio null'altro. Comunque la penale sia nostra che degli altri settori (compresa l'emergenza!!!!) va utilizzata per dichiarazione a verbale delle stesse regioni sui rapporti d'integrazione tra assistenza primaria e continuità assistenziale. Ricorderei a tutti che con questo rinnovo raggiungiamo un aumento percentuale riferibile al quadriennio 2006-2009 pari al 10,5% circa, sicuramente aumento non sottovalutabile rispetto alle situazioni economiche di tale periodo e sicuramente il più alto rendimento nell'ambito del pubblico impiego nell'ultimo quadriennio. Resta adesso di attendere che la preintesa dell'ACN firmato faccia il suo corso tra Corte dei Conti e Conferenza Stato Regioni che dovrà completarsi in circa due mesi per legge. Infine prepariamoci agli accordi regionali che dovranno definirsi per il recupero di quanto ci è dovuto entro 9 mesi dall'entrata in vigore. Ci sarà da confrontarsi di nuovo con la SISAC per definire gli sviluppi contrattuali riferibili all'ulteriore 0,8% concesso dal Comparto come per i dirigenti medici. Infine rimane necessario sottolineare ancora una volta che a fronte di tante dichiarazioni di difesa della continuità assistenziale lo SMI e lo SNAMI non hanno firmato, probabilmente firmeranno successivamente con firme critiche, costrette, non convinte, e chi più ne ha ne metta, rimane la sensazione ormai consolidata nel sottoscritto di un assoluto disinteresse per il contratto e per un prevalente interesse per il mantenimento di una propria poltrona in assenza di proposte e quindi legata solo a proclami demagogici. Su quest'ultimo aspetto, anche se legato ad un evento significativo e serio come la morte, permettetemi di riprendere le ultime strofe del Principe Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò, rimodellando il finale della poesia "A livella" a modo mio:
"Perciò, stamme a ssenti...nun fa' 'o restivo, suppuorteme sta firma-che te 'mporta? Sti ppagliacciate 'e ffanno sulo 'o SNAMI e 'o SMI: nuje simmo serie...appartenimmo à FIMMG!"."

Vi allego copia dell'accordo e una esplicitazione di tutta la parte economica anche quella dell'assistenza primaria a beneficio di tanti (oltre il 50%) dei colleghi che sono interessati perchè possessori di doppio incarico.
Saluti e buon lavoro
Silvestro Scotti