28 marzo 2011

Cure rifiutate ai ragazzi in gita “perché non siamo veneti”

Vittime di un’intossicazione alimentare o provocata dall’acqua di una piscina termale durante una gita scolastica con base a Montegrotto (Padova), 14 studenti del liceo Zanelli di Reggio Emilia sono finiti all’ospedale di Abano, mentre la guardia medica – sostengono le insegnanti – avrebbe risposto di poter intervenire solo per visitare pazienti veneti. “Mai detto no all’intervento perché i ragazzi non erano veneti”, replica il direttore generale della Ulss 16 di Padova, Fortunato Rao: “La guardia medica non ha mai detto di non poter intervenire, ma ha suggerito di chiamare le ambulanze per il trasporto al vicino ospedale di Abano visto il numero di intossicati”.

Sulla base degli accertamenti svolti, aggiunge, sarebbe stato il medico dell’albergo in cui gli studenti erano alloggiati a dover intervenire: “Il medico della guardia sanitaria turistica dell’albergo – puntualizza – non quello della guardia medica”.

Vittime dei malesseri sono stati 14 studenti su 21 di una 4/a classe del liceo scientifico reggiano. I ragazzi erano arrivati in treno a Montegrotto martedì, con visite previste a Venezia, Padova e Verona; i pasti erano forniti dall’hotel. Giovedì sera parecchi ragazzi si sono sentiti male e le insegnanti che li accompagnavano hanno chiamato la guardia medica, sentendosi dare – affermano – questa risposta, motivata con il richiamo ad una legge regionale. Da qui la richiesta di intervento al 118; dopo alcune ore di visite e cure i giovani sono stati dimessi, e venerdì il gruppo è rientrato a Reggio in pullman. Qualcuno di loro ha commentato la vicenda su Facebook, con un album fotografico intitolato Che gita… che finale!.

“I Cc di Abano – ha riferito la vicepreside Lorella Chiesi – mi hanno detto che avrebbero fatto accertamenti sia a livello alimentare sia sulla piscina termale. Interverranno anche i Nas”.

Diversa la ricostruzione dell’Ulss 16, sulla base di quanto ha riferito la dottoressa che nella notte tra giovedì e venerdì ha svolto il servizio di guardia medica. Dopo una prima chiamata, nella quale gli insegnanti segnalavano un numero limitato di malori, chiedendo al medico consigli su come affrontarli, in una seconda telefonata i docenti hanno riferito che il numero degli intossicati era aumentato. “A quel punto – riferisce Rao – il medico ha subito suggerito di chiamare le ambulanze. L’ospedale di Abano è abituato a lavorare molto di più con i turisti che con i residenti”. Per l’assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, “non esiste al mondo che in una struttura sanitaria della regione possano essere rifiutate le cure a qualcuno che ne ha bisogno. Comunque farò subito degli accertamenti”.

I ragazzi e i loro insegnanti, invece, sostengono che la risposta della guardia medica sia stata chiara e decisa: “Non posso curarvi perché non viete veneti”.



21 marzo 2011

Come è bello fare spese con i soldi degli altri!!!

Il comunicato tardivo e altisonante dello SMI sul lavoro usurante mi permette di risottolineare quanto già anticipato nelle considerazioni precedenti. Infatti se analizziamo un passaggio virgolettato dell'articolo, ovvero: "Oltretutto - aggiunge Calì - proprio in virtù della loro condizione di convenzionati, i costi dell’inserimento tra le categorie del lavoro usurante non ricadrebbero sulla casse dello Stato, bensì su quelle del loro ente previdenziale privato, l’Enpam" è assolutamente chiaro, quale sia il lavoro che fa Calì e a quale ente previdenziale, certamente non l'ENPAM, appartengano i suoi interessi personali. E' ancora più chiaro come si ritenga di trovare fondi per strutturare tale diritto, ovvero i medici convenzionati se lo pagano da soli. Ora ognuno ha il diritto di avere la propria opinione, ma almeno abbia la decenza di non vendere come successo l'ottenimento di un diritto "sacrosanto" come il lavoro usurante per una categoria quando la soluzione è che questa se lo paghi da sola. La vera battaglia è quella di definire i costi di tale sviluppo previdenziale per i "lavoratori usurati" con l'ENPAM ed insieme a questo Ente fare battaglie per ottenere un finanziamento che è legato al fatto che tali servizi fino ad oggi vanno considerati per lo Stato Italiano dei servizi essenziali e pertanto vanno difesi nelle loro necessità non solo con norme ma anche con coperture finanziarie.

Smi, lavoro usurante anche per medici emergenza e guardia

Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - Includere tra le categorie sottoposte a lavoro usuranti anche i medici convenzionati che operano nell’emergenza territoriale (118) e nella continuità assistenziale (guardia medica). E' la richiesta del Sindacato dei medici italiani (Smi) che sta seguendo con attenzione l’iter del decreto legislativo sui lavori usuranti per ottenere l'inserimento e, con questo obiettivo, ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute Ferruccio Fazio e con il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. "I medici di continuità assistenziale e quelli dell’emergenza territoriale - spiega Salvo Calì, segretario generale Smi - lavorano la notte, è un fatto ineluttabile, così come è del tutto evidente che operano spesso in condizioni di grave rischio per quanto riguarda la sicurezza, nonché sotto una costante pressione e in situazioni di stress psicologico e fisico. Eppure la legislazione vigente non prevede per questa categoria di camici bianchi alcun riconoscimento di lavoro usurante. Le motivazioni di questa scelta sono incomprensibili o pretestuose". "Si contesta – continua il segretario Smi - che queste categorie di medici siano regolate da un rapporto di lavoro a convenzione, quindi libero professionale, ma è altresì noto che l’attività svolta da questi professionisti è vincolata da un rapporto orario stabilito dalla parte pubblica ed è caratterizzata da elementi che la rendono assolutamente comparabile alla dipendenza, come la sede di lavoro e la fornitura degli strumenti". "Oltretutto - aggiunge Calì - proprio in virtù della loro condizione di convenzionati, i costi dell’inserimento tra le categorie del lavoro usurante non ricadrebbero sulla casse dello Stato, bensì su quelle del loro ente previdenziale privato, l’Enpam". "Eppure - conclude Calì - anche l’ultimo decreto legislativo sulla materia in procinto di essere varato non interviene su questa stortura, nessun riferimento appare nei pareri conclusivi licenziati dalla Commissione Lavoro del Senato, se non nel documento di minoranza presentato dall’opposizione". Per tutte queste ragioni lo Smi chiede "un incontro urgente al ministro della Salute, Fazio, e a quello del Lavoro, Sacconi, per chiedere una modifica del provvedimento che consenta di sanare questa ingiustizia nei confronti di 20 mila tra medici di continuità assistenziale e del 118"

17 marzo 2011

Anaao, nessun riconoscimento a medici per lavoro notturno

Come si vede dall'allegato comunicato niente di nuovo sotto il sole ovvero le notizie sul lavoro usurante sono contrastanti in riferimento a chi le propone ovvero un piccolo sindacato nell'area della Dirigenza medica lo da per ottenuto un grande sindacato della dirigenza medica lo da per non ottenuto. Rimane evidente il classico gioco delle parti in cui chi vuole fare nuovi accoliti propone speranze e soluzioni demagogiche senza analizzare criticità e soluzioni praticabili (sfido chiunque a trovare un'analisi dei costi circa la strutturazione del lavoro usurante nell'area medica collegata ad una soluzione praticabile), mentre chi rappresenta maggioritariamente la categoria ha la responsabilità di non creare facili illusioni su tematiche che prima di tutto hanno bisogno di una copertura economica. Comunque e sulla base del fatto che nonostante le tematiche economiche non siano la sola base di discussione e considerando usurante la qualità stessa del lavoro notturno in Continuità Assistenziale, il sottoscritto ha già richiesto ed ottenuto un incontro con i vertici ENPAM circa la valutazione dell'impatto economico di tale sviluppo della previdenza per i Medici di Medicina Generale che effettuino attività considerabili usuranti. Acquisiti i dati apriremo una consultazione pubblica per capire come nel comunicato precedente chi paga?

Roma, 15 mar. (Adnkronos Salute) - "Il decreto legislativo sui lavori usuranti, domani in Commissione Lavoro del Senato, pur riconoscendo il lavoro notturno di tutti i dipendenti del pubblico impiego, medici compresi, non prevede alcun specifico riconoscimento per i camici bianchi come categoria. Restano esclusi dai benefici anche i medici e chirurghi d'urgenza, anestesisti e rianimatori, a suo tempo inseriti tra le categorie esposte a lavoro usurante dal Dlgs 273 del '93 e successivamente non tradotta in provvedimenti attuativi". A riferirlo è l'Anaao Assomed, il principale sindacato della dirigenza medica del Ssn."Questa esclusione - sottolinea l'Anaao Assomed - non tiene conto dell'attività usurante dei medici e chirurghi d'urgenza, pronto soccorso e rianimazione, nonché del rischio derivato dall'esposizione agli agenti chimici, fisici, biologici e radianti di numerose discipline mediche". Per il sindacato, "si impedisce in tal modo il turnover accelerato in discipline che richiedono pensionamento anticipato anche per garantire la sicurezza delle cure rese all'utenza". L'Anaao Assomed invita il Parlamento "a non sottovalutare il problema e a modificare il disposto legislativo. E in ogni caso non mancherà di riproporre la questione in futuro nell'interesse della categoria e dei cittadini".

12 marzo 2011

Corso di Economia Sindacale: Come si diventa lavoratori usurati

Alla luce delle ultime che ci provengono dalla CGIL, provo a dare un piccolo contributo e ne chiedo uno grosso alla categoria. Il mio contributo è quello determinato dall'esperienza condivisa con il Segretario Nazionale della CA FIMMG dell'epoca dr. Domenico Crisarà, circa l'attuazione della legge sul lavoro usurante in Continuità assistenziale, ovvero analisi del problema e possibili soluzioni. Il problema, oltre ad essere un sacrosanto diritto che se stabilito per legge non si capisce perchè non debba essere definito per tutti, ha, credo che sia chiaro a tutti, una significativa componente economica, ovvero chi paga i mancati versamenti dovuti al pensionamento anticipato e chi paga la compensazione pensionistica di rendimento e di proiezione del proprio reddito per gli anni che giustamente verranno sottratti? Bene come appare evidente anche nel comunicato CGIL, dove sia chiaro si parla dei dipendenti, la copertura economica per un ente previdenziale pubblico quali sono INPS e INPDAP pare non essere sufficiente, immaginate la copertura economica in un ente come l'ENPAM che invece è un ente privato. In questo caso ci possono essere due soluzioni ovvero che lo stato prevede un finanziamento (da inserire in una legge finanziaria) che garantisca l'ente da adesso e per il futuro, circa l'approviggionamento del fondo previdenziale dei medici di Continuità Assistenziale ovvero che in sede contrattuale durante la negoziazione si sposta parte dell'aumento sull'aumento previdenziale a garanzia dell'aumento di spesa derivante dall'applicazione del lavoro usurante ( qui è utile ricordare le posizioni contrarie di tutti i sindacati non FIMMG durante la trattativa del 2009 circa l'aumento del contributo previdenziale ENPAM dal 15 al 16,5%). Ovviamente il primo caso farebbe contenti tutti medici, ENPAM e sindacati tranne Tremonti, il secondo caso invece farebbe contento l'ENPAM, Tremonti, e qualche sindacato ma i medici? Qui si rende necessario il grosso contributo richiesto alla categoria, ossia cominciare a comprendere che cosa richiede la stessa che non può ogni volta che si parla di lavoro usurante, entusiasmarsi senza prendere una decisione fondamentale ovvero se sacrificare un parte del proprio reddito attuale a garantire questo vi ripeto e sottolineo sacrosanto diritto. Ora potremmo far partire un plebiscito, un referendum o qualunque metodo di consultazione considerando però che ad oggi il livello di volontà della categoria di investire in previdenza abbiamo un modo indiretto di verificarlo attraverso l'aliquota modulare. Vi ricordo infatti che al 31 gennaio di ogni anno i medici di medicina generale dal 2009 (siamo al terzo anno) possono aumentare la loro contribuzione volontariamente fino al 5 %, ebbene lo hanno fatto in pochissimi dimostrando che al momento molti vogliono soldi in tasca e subito e non investimenti di tutela. Comunque nonostante ciò ed in considerazione che una legge che impone all'ENPAM l'applicazione dei diritti del lavoro usurante di conseguenza ci potrebbe imporre per forza questa necessità di aumento contributivo, sarà necessario comprendere che impatto economico avrà sulle nostre attuali buste paga. Speriamo che alla fine i più contenti siano i medici e non Tremonti, ma permettetemi qualche dubbio, anche perchè i proclami senza soluzioni della CGIL serviranno solo poi a dare la colpa ad altri.

11 marzo 2011

Anche per medici lavoro notturno riconosciuto usurante

Roma, 10 mar. (Adnkronos Salute) - "Finalmente anche il lavoro notturno in sanità sarà considerato usurante. Si tratta di un obbiettivo da noi sempre perseguito e per il quale finalmente raggiungiamo un primo risultato, anche se con diverse limitazioni". Ad affermarlo sono Cecilia Taranto e Massimo Cozza, rispettivamente segretaria nazionale Fp Cgil e segretario nazionale Fp Cgil medici, dopo il via libera da parte della Commissione Lavoro della Camera del decreto sui lavori usuranti. "Con l'imminente approvazione definitiva del decreto legislativo in attuazione della legge 183 del 2010 - sottolineano in una nota i due sindacalisti - è in arrivo per la prima volta una regolamentazione organica dei benefici pensionistici per i lavori particolarmente usuranti, tra i quali rientrerà anche il lavoro notturno dei dipendenti in sanità, a partire da medici e infermieri. Chi svolge da 64 a 71 turni notturni annui potrà andare in pensione un anno prima, da 72 a 77 notti due anni prima e da 78 notti in poi con tre anni di anticipo. Per le pensioni con decorrenza entro il 2017 il beneficio potrà essere concesso solo a chi ha svolto il lavoro notturno in modo regolare e continuativo per almeno sette anni negli ultimi dieci di lavoro. Dal 2018 il lavoro notturno dovrà essere svolto per metà della vita lavorativa complessiva". Per Cozza e Taranto permangono però delle criticità. "Rimane - spiegano - il nodo delle risorse finanziarie disponibili già programmate, che potrebbero essere insufficienti facendo scattare criteri di priorità in ragione della maturazione dei requisiti. In sanità, inoltre, rischiano di essere esclusi i medici di guardia medica e tutti coloro che svolgono lavoro precario non dipendente. Continueremo pertanto a batterci - concludono - per garantire il diritto al riconoscimento di attività usurante, con i conseguenti benefici pensionistici, a tutti coloro che svolgono in modo costante il lavoro notturno in sanità, convenzionati e precari compresi".

2 marzo 2011

Smi, solo 4 ambulatori di guardia medica su 10 informatizzati

1 mar. (Adnkronos Salute) - La tecnologia non abita negli ambulatori di guardia medica, o continuità assistenziale, che su questo fronte sembrano essere alla 'preistoria'. Solo 4 postazioni su 10, infatti, sono informatizzate. Senza parlare dell'Adsl, presente in 3 su 10. E se il 60% dei medici è dotato del 'pin' necessario per inviare i certificati online di malattia, è solo perché oltre a essere una guardia medica è anche medico di famiglia. Lo denuncia il Sindacato dei medici italiani-Smi, che ha lanciato in queste settimane un sondaggio a campione su tutte le sedi di continuità assistenziale del territorio nazionale, evidenziando una situazione "disastrosa" dal punto di vista tecnologico. Per quanto riguarda il certificato di malattia online, il 10% dei camici bianchi è dotato di Smart Card ma di questi l'80% non è riuscito ad accreditarsi. Il 50% dei medici sostituti è sprovvisto di pin e Smart Card, strumenti necessari per l'utilizzo nuovo sistema. Rimangono irrisolti i nodi relativi alla sicurezza e alla qualità delle strutture. "Alla luce di questi dati - spiega Pina Onotri, responsabile nazionale del settore Continuità assistenziale dello Smi - pur accogliendo con sollievo i contenuti dell'ultima circolare del ministro Brunetta che rettifica e raccoglie le osservazioni dei medici, non possiamo che ribadire l'assurdità dell'obbligatorietà di un nuovo sistema di invio online dei certificati di malattia che non tiene conto della realtà dei nostri servizi sanitari sul territori". Lo Smi, alla luce dei dati, ribadisce la sua proposta di esentare dalle certificazioni i medici di guardia, del 118 e delle attività domiciliari. "Chiederemo agli assessori regionali di tutta Italia che il servizio di continuità assistenziale venga esonerato dall'invio online perché impossibilitato per ragioni strutturali nella maggior parte dei casi, e perché rappresenta per il cittadino l'urgenza nella continuità delle cure". Onotri ricorda come i medici di guardia "lavorino spesso in condizioni strutturali, logistiche e di sicurezza scandalose, sottoposti a violenze e aggressioni, a volte, purtroppo, anche mortali. In un Paese civile, insieme alla cosiddetta 'rivoluzione' dei certificati online, ci si sarebbe dovuti preoccupare anche di modernizzare gli ambulatori e di tutelare i professionisti che vi operano", conclude Onotri, sottolineando che "lavorare in condizioni dignitose in postazioni dotate dei standard adeguati di sicurezza" è "una proposta di buonsenso, eppure rimane inascoltata