Roma, 3 settembre 2012
FIMMG: Le Regioni stravolgono la proposta di riforma del Servizio
sanitario: a rischio il diritto al proprio medico di famiglia, limite di
spesa individuale per prestazioni specialistiche ed esami.
UNA PROVOCAZIONE IN UNA GUERRA FRA ISTITUZIONI?
“Non
so dare altra spiegazione ai contenuti delle proposte degli assessori regionali
– dichiara Giacomo Milillo – se non quella che abbiano messo in atto una
provocazione nella eterna lotta di competenze fra Regioni e Governo in materia
sanitaria. Un conflitto che, se arriva a concretizzarsi in questi termini,
dovrebbe preoccupare tutti, dal Presidente della Repubblica ai Cittadini,
al Governo, ai Parlamentari, ai Partiti e ai Movimenti.”
Questo
il commento del Segretario Nazionale della FIMMG al documento di
contro-proposte di modifica al Decreto sanità, presentato dalla Commissione
Salute delle Regioni che riunisce tutti gli assessori alla salute. La FIMMG
considera la contro-proposta indecente oltre che incoerente: un collage
composto con i “desiderata” di ciascuna regione, senza un minimo di indirizzo
conforme a quegli obiettivi, tante volte sbandierati, di salvaguardia del
diritto di scelta del proprio medico di fiducia e di avvicinamento della cura
al malato.
“Altro
che cambiamento di progresso, siamo di fronte ad un tentativo di regressione e
intanto chi ci andrà di mezzo saranno i pazienti – aggiunge Milillo –
perché se le proposte delle Regioni dovessero passare si otterrebbe solo
un’assistenza peggiore”.
Con
il passaggio alla dipendenza sarebbe progressivamente eliminata la figura del
medico di famiglia e il rapporto fiduciario, di fatto l’assistenza ai cittadini
verrebbe ad essere spersonalizzata, i cittadini stessi umiliati e posti davanti
a due sole possibilità o pagarsi le prestazioni o accettare quel che passa la
regione senza neppure troppe spiegazioni.
Al
medico verrebbero imposti tetti di spesa individuale, cosicché, finite le
risorse, all’assistito potrà solo rispondere: “Ho finito i soldi, non posso più
curarla, ne riparliamo l’anno prossimo”. Oppure ogni medico dovrà fare “la
cresta” sulle esigenze di ogni assistito per poter disporre sempre di una
riserva? Come potrà il cittadino fidarsi del consiglio del medico quando saprà
che è condizionato in questo modo? Altro che sistema equo, solidale e
universalistico garantito per legge.
Infine,
la spesa per il personale del SSN aumenterà inesorabilmente, perché il
costo medio lordo di un medico dipendente è superiore a quello di un medico
convenzionato, a maggior ragione se si considera il fatto che nel costo
della gran parte dei convenzionati sono comprese le spese necessarie a
procurarsi tutte le strutture, il personale e gli strumenti necessari ad
esercitare l’attività assistenziale.
Alle
Regioni o al Governo, se accoglierà le proposte, il compito di spiegare ai
cittadini che per risparmio si intende riduzioni e spersonalizzazione delle
prestazioni, pazienza se le economie fatte sulla salute della gente serviranno
a compensare i maggiori costi necessari per potenziare quella oleata
macchina di clientelismo che le amministrazioni regionali vogliono così
ampliare.
La
nostra opposizione più strenua è scontata, confidiamo che il Governo non
si renda complice di questa follia, sapendo di poter contare sulla nostra
interlocuzione favorevole rispetto ai punti innovatori contenuti nella bozza
originale. La conflittualità della categoria con le Regioni subirà nei prossimi
giorni un’impennata, è in dubbio ogni tipo di collaborazione, valuteremo ogni
forma possibile di lotta per far valere le nostre ragioni e quelle dei
cittadini traditi dalle Regioni.
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