25 gennaio 2009

L'era tecnologica II

Il tema proposto come primo post del blog, "l'era tecnologica", mi ha portato a riflettere non solo sulle componenti a cui si voleva riferire e cioè a modelli di comunicazione diversa nell'ambito dell'azione sindacale, ma anche a modelli di sviluppo da riferire urgentemente alle caratteristiche della professione che tutti noi attuiamo. Nel particolare, si è soffermata la mia attenzione a quello che nell'ultimo periodo rappresenta quasi un ossessione per il sottoscritto, e cioè come possa sopravvivere e essere considerato utile un Servizio come il nostro in assenza di sviluppi sull'ICT (Information Comunication Technology). E' chiaro, e me lo aspetto, che molti colleghi vedono tale problematica quasi come una presa per i fondelli, visto che ovviamente prevederebbe investimenti sulla CA che se fanno il pari con quelli che ci sono stati fino ad adesso sarebbe come parlare del nulla. Inoltre, molti colleghi si aspettano che un sindacato si preoccupi innanzitutto di sistemare le sedi, le condizioni di lavoro e quant'altro appare carente nell'investimento che la Sanità italiana e regionale fa nei confronti della CA. La mia proposta è di capovolgere il problema e cioè di portare alla attenzione dei colleghi che il livello di investimento debba essere provocato anche dalla dimostrazione che siamo capaci di autodeterminarci sia nelle dotazioni che nell'organizzazione del Servizio, recuperando a pieno il titolo di LIBERI PROFESSIONISTI che comunque rimane, quando utile per l'esterno, il modo di farci sentire estranei. A questo proposito l'investimento e la rivendicazione che tale investimento debba essere autogestito dai medici di CA, mi appare come la soluzione che ci possa proporre all'attenzione dei cittadini come di un servizio assistenziale capace di avere l'elasticità della libera professione con le garanzie del pubblico. Noi tutti siamo tenuti a comprendere che la chiave dello sviluppo dei Sistemi Sanitari sta nel rispondere all'aumento della domanda, soprattutto in termini di complessità, attraverso un aumento della complessità organizzativa che ha nell'ICT l'unica via di semplificazione delle procedure e inoltre può essere utile a ridurre i rischi derivanti dalla gestione della complessità assistenzial sempre più presenti nella professione medica e cioè il rischio clinico.

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