11 dicembre 2011

Comunicato FIMMG Nazionale su manovra e possibili gravissime ricadute sull'ENPAM

Stiamo seguendo con la massima attenzione i lavori della manovra finanziaria.

Come è noto a tutti, la manovra prevede pesanti sacrifici ai quali, certo, nessuno di noi vuole sottrarsi, ma, per i medici di medicina generale, le conseguenza sul fronte previdenziale potranno essere del tutto sproporzionate rispetto all’assunzione di responsabilità richiesta ad altri. Stiamo parlando dell’ulteriore modifica delle regole e della scadenza di approvazione dei bilanci tecnici degli enti previdenziali privati, che vedono coinvolto l’ENPAM.

Per quanto ci riguarda direttamente, se venisse confermata l’attuale formulazione del combinato disposto del comma 2 (“A decorrere dal 1° gennaio 2012, con riferimento alle anzianità contributive maturate a decorrere da tale data, la quota di pensione corrispondente a tali anzianità è calcolata secondo il sistema contributivo.”) e del comma 24 (“In considerazione dell'esigenza di assicurare l'equilibrio finanziario delle rispettive gestioni in conformita' alle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103, gli enti e le forme gestorie di cui ai predetti decreti adottano, nell'esercizio della loro autonomia gestionale, entro e non oltre il 31 marzo 2012, misure volte ad assicurare l'equilibrio tra entrate contributive e spesa per prestazioni pensionistiche secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni. Le delibere in materia sono sottoposte all'approvazione dei Ministeri vigilanti secondo le disposizioni di cui ai predetti decreti, che si esprime in modo definitivo entro trenta giorni dalla ricezione di tali delibere. Decorso il termine del 31 marzo 2012 senza l'adozione dei previsti provvedimenti, ovvero nel caso di parere negativo dei Ministeri vigilanti, si applicano, con decorrenza dal 1° gennaio 2012: a) le disposizioni di cui al comma 2 del presente articolo sull'applicazione del pro-rata agli iscritti alle relative gestioni; b) un contributo di solidarietà, per gli anni 2012 e 2013, a carico dei pensionati nella misura dell'1 per cento.”) dell’art. 24 del D.L. 201/2011 (Decreto Salva Italia), l’ENPAM entro il 31 marzo 2012 si vedrebbe costretto ad approvare una modifica di regolamento tale da consentire un bilancio tecnico di equilibrio fra le entrate contributive e le uscite per prestazioni pensionistiche a 50 anni (invece che gli attuali 30).

Inoltre, saremmo costretti a passare dal sistema attualmente previsto dal nostro ente (retributivo/reddituale calcolato su tutta la carriera professionale) che e' una sorta di contributivo corretto a quello contributivo puro con una riduzione delle pensioni in misura significativamente maggiore di quanto previsto fino ad oggi, e con un aumento dei contributi di gran lunga superiore e più rapido rispetto a quanto fino ad ora programmato. Tale sistema determinerebbe un grave danno sia per le generazioni con alle spalle un lungo periodo di versamenti che per le nuove generazioni, alle quali il sistema contributivo forzosamente introdotto assicurerebbe una copertura previdenziale neppure paragonabile a quella alla quale si sta lavorando con la riforma dei regolamenti. Per contro, e paradossalmente, l’Enpam si troverebbe ad accumulare negli anni un enorme patrimonio, quasi decuplicandolo, che non potrebbe usare ai fini pensionistici, se non nella piccola quota relativa ai crescenti rendimenti; garantirebbe però allo Stato un cespite da tassazione via via crescente.

In queste ore stiamo operando, in stretto collegamento con l’Enpam e l’ADEPP (l’associazione delle Casse Previdenziali Privatizzate), per spiegare a Governo e Parlamento gli effetti iniqui e devastanti che questa norma determinerebbe. E’ stata concordata la presentazione in sede di Commissione Bilancio in seduta a Camere riunite di un emendamento che, pur non modificando l’impostazione sostanziale della norma e il suo intento dichiarato, cioè a saldi invariati, come si dice in gergo, ci permetterebbe di continuare il lavoro di riforma dei regolamenti, così come lo abbiamo correttamente impostato fino ad ora. Sembrerebbero esserci dei segnali informali di ascolto non ancora sufficienti per fugare la nostra preoccupazione. Riteniamo perciò opportuno allertare tutti gli iscritti e i quadri del sindacato: qualora non risultassero garantiti i diritti previdenziali fondamentali dei MMG, derivanti da un accantonamento che non ha minimamente gravato sulle casse dello Stato, dovremo mobilitarci in tempi brevissimi per far valere diversamente e con forza le nostre ragioni, a tutela degli interessi vitali di tutta la categoria.

Nessun commento:

Posta un commento