29 agosto 2009

Guardie mediche, tagli eccessivi e non motivati

“Tagli eccessivi e scriteriati”. Dura la disamina dei medici di continuità assistenziale in merito al riassetto dei presìdi ex guardia medica sul territorio provinciale.
Il riassetto. A breve, com’è noto, il management dell’Asl varerà il nuovo schema. Una mappa della quale Il Sannio quotidiano ha già anticipato nell’edizione di domenica alcuni contenuti. E’ acclarato il numero complessivo dei presìdi che saranno 13 in luogo dei 25 fin qui assegnati al Sannio. Definita anche la distribuzione delle guardie mediche per ognuno dei sei Distretti sanitari esistenti in provincia. Il ‘Benevento 1’ avrà due presìdi, così come il distretto ‘Montesarchio’ e quello di ‘Morcone’. Tre strutture saranno individuate nei distretti ‘Benevento 2’ e ‘San Bartolomeo in Galdo’, mentre il distretto ‘Telese’ dovrebbe avere una guardia medica. Questa è la proposta già inviata dai vertici dell’Asl al sindaco del Comune di Benevento, Fausto Pepe, presidente della conferenza dei sindaci cui per legge spetta la facoltà di dare un parere, ancorchè non vincolante, sul riassetto. Se il confronto con i primi cittadini sanniti non dovesse arrivare in tempi ragionevoli, i vertici Asl procederanno autonomamente. La protesta dei medici. In attesa di conoscere il parere dei sindaci, sono gli operatori del settore a far sentire la propria voce con una dura presa di posizione nei confronti dei vertici Asl. “L’ormai prossimo “riassetto” - scrivono in una nota congiunta i medici di continuità assistenziale che operano sul territorio sannita – è un ulteriore passo del progressivo, strategico smantellamento di questo servizio cominciato da qualche anno. Nell’ottobre 2008 furono chiusi cinque presìdi con l’apparente giustificazione, a nostro avviso falsa, della inidoneità dei locali. Sarebbe interessante a tal proposito operare una verifica in tutte le sedi per scoprire quali sono quelle “a norma”. Il “riassetto” della continuità assistenziale è stato oggetto di una priorità e di un accanimento veramente “speciale” da parte dei vertici Asl, come se in quel milione di euro recuperato dall’operazione fossero concentrati tutti gli sprechi del bilancio aziendale. Abbiamo già denunciato una serie di questioni, dalla posizione antidialettica e antidemocratica del decisionismo aziendale, sorda a qualsiasi confronto con le parti tecniche e sociali, a considerazioni di risparmio offerte dal servizio, ai rischi per la popolazione e gli operatori, invitando la Asl a fornire un pubblico chiarimento. Ad esempio, va chiarito che il fondo di finanziamento del servizio di continuità assistenziale è scorporato dal bilancio Asl in quanto i LEA (livelli essenziali di assistenza) vengono finanziati a parte. Le Asl non possono attingere a questo fondo per appianare i loro bilanci. Per quanto riguarda il numero massimo di medici assegnato al Sannio, respingiamo ancora una volta la interpretazione dell’Asl che parla di 109 unità. La Legge regionale 1 / 2008 prevede parametri per i quali, anche nell’interpretazione più restrittiva, i medici da assegnare al Sannio sarebbero 143”. I medici contestano quindi i criteri in base ai quali sarà operata la scelta dei 13 presìdi superstiti: “I comuni sede di distretto non possono avere la continuità assistenziale, così come quelli sede di Saut (118) e quelli dove c’è un ospedale. E questo in barba anche alle ultime indicazioni ministeriali. In un progetto del servizio di continuità assistenziale 24 ore su 24, in un’ottica di risparmio, il ministero dava la possibilità di individuare un presidio di continuità assistenziale anche in una delle sedi Saut, anche se con mansioni e competenze autonome diverse. Dalle anticipazioni apprese attraverso Il Sannio quotidiano l’Asl opererebbe una deroga soltanto a beneficio del capoluogo”.
Infine un appello alla classe politica provinciale per attivarsi prima che si proceda con i tagli: “Tranne il sindaco di Benevento, Fausto Pepe, non abbiamo registrato nessuna reazione concertata. E’ troppo sperare che la Provincia faccia sentire la propria voce con un atto deliberativo forte? Noi operatori, al di fuori di tutto quello che attiveremo in termini di difesa della dignità del nostro lavoro, rilanciamo al giudizio dei cittadini la questione invitandoli a esprimere attraverso giornali, televisioni, comitati, email, il proprio parere, facendo anche un bilancio di trenta anni di questo servizio”.

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