Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - Includere tra le categorie sottoposte a lavoro usuranti anche i medici convenzionati che operano nellemergenza territoriale (118) e nella continuità assistenziale (guardia medica). E' la richiesta del Sindacato dei medici italiani (Smi) che sta seguendo con attenzione liter del decreto legislativo sui lavori usuranti per ottenere l'inserimento e, con questo obiettivo, ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute Ferruccio Fazio e con il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. "I medici di continuità assistenziale e quelli dellemergenza territoriale - spiega Salvo Calì, segretario generale Smi - lavorano la notte, è un fatto ineluttabile, così come è del tutto evidente che operano spesso in condizioni di grave rischio per quanto riguarda la sicurezza, nonché sotto una costante pressione e in situazioni di stress psicologico e fisico. Eppure la legislazione vigente non prevede per questa categoria di camici bianchi alcun riconoscimento di lavoro usurante. Le motivazioni di questa scelta sono incomprensibili o pretestuose". "Si contesta continua il segretario Smi - che queste categorie di medici siano regolate da un rapporto di lavoro a convenzione, quindi libero professionale, ma è altresì noto che lattività svolta da questi professionisti è vincolata da un rapporto orario stabilito dalla parte pubblica ed è caratterizzata da elementi che la rendono assolutamente comparabile alla dipendenza, come la sede di lavoro e la fornitura degli strumenti". "Oltretutto - aggiunge Calì - proprio in virtù della loro condizione di convenzionati, i costi dellinserimento tra le categorie del lavoro usurante non ricadrebbero sulla casse dello Stato, bensì su quelle del loro ente previdenziale privato, lEnpam". "Eppure - conclude Calì - anche lultimo decreto legislativo sulla materia in procinto di essere varato non interviene su questa stortura, nessun riferimento appare nei pareri conclusivi licenziati dalla Commissione Lavoro del Senato, se non nel documento di minoranza presentato dallopposizione". Per tutte queste ragioni lo Smi chiede "un incontro urgente al ministro della Salute, Fazio, e a quello del Lavoro, Sacconi, per chiedere una modifica del provvedimento che consenta di sanare questa ingiustizia nei confronti di 20 mila tra medici di continuità assistenziale e del 118"
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