29 agosto 2012

Il Segretario Generale Nazionale FIMMG

Gentile Collega,
avrai sicuramente seguito in questi giorni il dibattito mediatico circa la proposta di decreto legge comprendente, insieme a molto altro, proposte sulla riorganizzazione dell'assistenza medica territoriale che sarà discusso, mai termine fu più appropriato viste le opinioni contrastanti emerse all’interno dello stesso Esecutivo, nel prossimo Consiglio dei Ministri.
I messaggi “sparati” dai titoli dei media circa la scomparsa del medico di famiglia o del medico di continuità assistenziale e la necessità per il singolo medico di essere disponibile h24, non sono altro che estremizzazioni utilizzate per richiamare l'attenzione dei lettori o degli spettatori, appare evidente anche nella lettura completa di molti articoli che le proposte del decreto non prevedono niente di tutto questo.
Il decreto in via di definizione, infatti, nella parte a cui ci riferiamo, rivede ed aggiorna l'art. 8 della legge 502, che e' la base legislativa su cui si fonda la negoziazione del nostro ACN e lo fa nel senso da noi auspicato da anni con il progetto di Ri-fondazione della medicina generale, anche se con qualche peggioramento inevitabile quando il potere politico spende le soluzioni senza predisporre i percorsi coerenti per raggiungerle. Pur con queste riserve, il progetto, a grandi linee, è quello approvato dai nostri organi statutari quale obiettivo della politica sindacale degli ultimi 6 anni, naturalmente necessita per la sua applicazione della successiva discussione contrattuale e quindi per definizione della parametrazione degli impegni con le risorse.
Tuttavia i termini legislativi presenti nel decreto permetteranno la costituzione delle AFT con compiti assistenziali (di fatto le UMG della nostra proposta) come obbligo, non per i medici che già lo hanno contrattualmente, ma piuttosto per le regioni e per le aziende sanitarie, che dovranno definire, facilitare e finanziare tale modello organizzativo, attualmente, a causa del solo richiamo contrattuale, facilmente eluso dalle amministrazioni.
Stesso discorso per la partecipazione alle unità complesse di cure primarie, che costituiscono una implementazione strutturale delle vecchie equipe presenti in ACN dal 2000 e del relativo obbligo contrattuale di partecipazione per i medici di medicina generale.
Appare evidente, quindi, che i processi di evoluzione contrattuale definiti nell'ultimo decennio già propongono il modello che oggi viene validato per legge, contenente indicazioni in molti casi già attuate nei percorsi assistenziali forniti da alcuni di noi sulla base di accordi regionali e aziendali.
Siamo di fronte ad una situazione paradossale caratterizzata da un lato da vari ACN della Medicina Generale che hanno già indicato un modello assistenziale, diffusamente inapplicato, tale da rendere la stessa MG al passo con l'evoluzione della sanità in questo paese, quindi competitiva in processi di assistenza più complessi che derivano dalla dismissione di un concetto ospedalocentrico a favore di uno territorio-centrico, e dall’altro da una legge che solo oggi definisce questa strutturazione come inderogabile.
Tale paradosso ed una campagna informativa distorcente stanno creando valutazioni ambigue anche da parte degli stessi medici di medicina generale, ai quali viene mostrata una proposta, per molti aspetti contrattualmente già presente, come nuova o peggio sovvertitrice della loro caratterizzazione professionale.
La proposta, ispirata dalla Ri-fondazione della M.G., ben nota ai nostri iscritti perché nata in casa FIMMG e qui approvata, non cambia il rapporto fiduciario né altre caratteristiche del rapporto di lavoro tipico della convenzione del medico di famiglia o del medico di continuità assistenziale come la diffusione capillare sul territorio, piuttosto le completa, aggiungendo la necessità di coordinarsi per una assistenza efficace e efficiente sia sul piano professionale che temporale.
L’importanza di un riferimento legislativo dei principi esposti, per il quale il Sindacato da anni si impegna, è la speranza che contribuisca alla cogenza realizzativa di un progetto, caratterizzante la proposta di rinnovamento assistenziale fatta da FIMMG e per il quale i soli riferimenti contrattuali si sono mostrati insufficienti.
L’immotivato allarmismo suscitato, forse ad arte, nella Categoria sugli aspetti del D.L. sanità inerenti la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, rischia di far passare in secondo piano altre disposizioni contenute nel testo realmente pericolose per la Medicina Generale quando non offensive, ma di queste parleremo se dovessero andare avanti. Per ora sembra si registrino significativi ed auspicabili quanto favoriti ripensamenti.
Cordiali saluti.
Giacomo Milillo

(pubblicato per momentaneo off line del sito Fimmg CA)

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