11 aprile 2010

Cari amici scusate se in "punta di piedi" cerco di inserirmi nella vostra discussione.
Devo dire che ho qualche difficoltà a comprendere i giudizi di simpatia o antipatia espressi da qualcuno in relazione ad argomenti di natura politica sindacale che non hanno alcuna relazione con fatti personali.
Aggiungo che i sacrifici fatti per ottenere il mezzo bicchiere pieno o vuoto (decidete voi) sono solo miei e credo che come al solito non interessi a nessuno.
Perciò andiamo oltre.
Facciamo l'analisi. La continuità o se preferite la guardia medica ha la sua storia che tutti conosciamo: nasce in un momento storico particolare con due obiettivi: 1) attenuare la problematica occupazionale medica 2) dare una risposta assistenziale notturna, e diurna nei prefestivi e festivi (o se preferite per consentire ai medici di famiglia di essere liberi di notte, il sabato, la domenica e per le festività).
A facilitare il processo aggiungiamo la possibilità per la politica locale (quella con la p minuscola) di dare ai propri cittadini un presidio sanitario "visibile" che di notte, il sabato e la domenica deve (per il vissuto della gente) fare "tutto".
Vogliamo individuare le responsabilità? Personalmente non ho problemi.

Sono trasversali e coinvolgono la politica, i sindacati (inizando dalla FIMMG), i medici di famiglia, gli amministratori locali, etc. etc. fino ad arrivare a noi medici di continuità comprendendo tutti i colleghi che ci hanno preceduto in circa 30 anni di storia.

Concludo l'analisi: la politica, i sindacati, etc. sono fatti da uomini.
La differenza sta in questo. Esempio: il DPR 270 del 2000 per la continuità assistenziale (così come i precedenti) è stato scritto da uomini FIMMG che NON facevano la Continuità, l'accordo del 2005 per la prima volta nella storia (e sfido chiunque ad affermare il contrario) è stato scritto, discusso (all'interno e all'esterno) in sede di trattativa da uomini FIMMG che lavoravano e lavorano in continuità.
So benissimo che non siamo riusciti a fare tutto quello che bisognava fare. Ma so altrettanto bene che molto è stato fatto. Da quella esperienza, inoltre, sono partite esperienze locali che hanno consentito di realizzare accordi regionali e aziendali specifici per la CA.
Tradotto: soldi regionali e norme per la continuità assistenziale e non solo per la medicina di famiglia. Non è ancora abbastanza! Lo so bene! Non dimentichiamo però che la guardia medica nasce nel 1980 e l'attuale Dirigenza della CA ha iniziato nel 2002.
Anche per questo lavoro: bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto (o peggio ancora completamente vuoto)?
A questo punto non mi interessa. Badate bene non vuole essere mancanza di rispetto verso chi legittimamente può non condividere le scelte fatte. Il fatto è che non possiamo permetterci in questo momento di fermarci a giudicare quello che è stato fatto. Non in questo modo. Certo l'analisi può servire a migliorare. Ma consentitemi, e giudicatemi anche arrogante, la VS. idea del futuro della continuità assistenziale si limita solo a chiedere le ferie, la malattia e le sedi mentre tutto il resto del mondo parla di riorganizzare la medicina generale lasciandola per una scelta della categoria in CONVENZIONE? E la continuità come si riorganizza?
L'esperienza delle regioni del nord e di qualcuna del sud (leggi Puglia) dice che le motivazioni di cui prima (pletora medica in particolare) sono o stanno venendo meno. Qualcuno sta pensando a modelli nuovi.
Le scelte che gli uomini (della politica o del sindacato) faranno oggi che ci piaccia o no condizioneranno il lavoro della NS generazione (i prossimi 25 anni).
Vogliamo ripetere gli errori fatti fino al 2004 quando le scelte per la categoria (mi riferisco alla Continuità) venivano fatte da uomini esterni al settore?
Nei prossimi due anni abbiamo appuntamenti importanti e decisivi su cui mi chiedo se la categoria avrà i cosidetti per fare e imporre le proprie scelte. La politica, compresa quella sindacale, si fa con i numeri. Resta chiaro ognuno è libero di mettersi la giacca e seguire lo stendardo che preferisce. Non ci sono problemi in questo. Il problema è, in questo momento per una categoria di professionisti come la nostra, nel non avere il coraggio di indossare alcuna giacca e seguire alcuno stendardo, delegando ad altri la responsabilità delle scelte.
Il giudizio dopo è sempre comodo!!!
Esempio:
ENPAM: il 30 maggio 2010 si vota per rieleggere il comitato centrale del nostro ente previdenziale. Il posto dove si fanno le scelte sulla nostra pensione e sulle tutele compresa la malattia. Chi di voi (e mi riferisco a tutti i colleghi che leggono il blog) sa quando si vota, come si vota e andrà a votare? Ci sta uno o più colleghi nella Consulta uscente che rappresentano le aspettative previdenziali e assistenziali dei medici di Continuità? quanti di voi hanno votato alle scorse elezioni?
Un saluto
Nicola Calabrese

1 commento:

  1. dateci informazioni più dettagliate sulle votazioni Enpam e cosi andremo a votare.

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