14 febbraio 2010

RISCHIO DI AGGRESSIONI PER IL 45% DELLE DONNE-MEDICO ADDETTE ALLA CONTINUITA' ASSISTENZIALE

“Circa 9 medici su 10, addetti al succitato servizio sanitario, vengono aggrediti all'interno delle postazioni di lavoro. Il 60% subisce minacce verbali, il 20% percosse, il 10% atti di vandalismo ed il 10% violenza a mano armata”, ha dichiarato nel corso del dibattito Pina Onotri, segretario organizzativo dello Smi-Lazio che ha aggiunto: “Non è più possibile ignorare i rischi a cui che le donne-medico sono costantemente sottoposte durante il proprio mestiere. Basti pensare ai turni di notte effettuati dalle colleghe, in cui può accadere qualunque cosa. Tra visite domiciliari in luoghi isolati e sperduti alla mercè di chiunque, all'assistenza ambulatoriale nelle stesse postazioni di continuità assistenziale, aperte a tutti a qualunque ora del giorno e della notte. E i fatti di cronaca parlano chiaro. Violenze, aggressioni, minacce sono all'ordine del giorno. L'ultima risale proprio allo scorso novembre, quando una collega è stata brutalmente aggredita mentre svolgeva il proprio turno in una sede di continuità assistenziale della Puglia. Da sempre chiediamo e pretendiamo maggior sicurezza nelle sedi dell'ex guardia medica, prive di sistemi di sicurezza idonei come inferriate, porte blindate, videocitofoni, contatti diretti con il 118 o il 113. Ma, nonostante i fatti parlino chiaro, non c'è ancora un'attenzione adeguata da parte delle istituzioni.

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